Ricetta di nobili ed antiche origini, il baccalà alla vicentina rappresenta una delle tradizioni culinarie più vive e più amate della Provincia di Vicenza, tanto da essere tutelato dalla "Venerabile Confraternita del Baccalà alla Vicentina", che si è autoconferita l'incarico di vigilare scrupolosamente sulla fedeltà alla ricetta originaria da parte dei ristoratori e di tutti coloro propongono al pubblico questo piatto. I vari tipi di baccalà presenti in Italia non hanno nulla a che fare, sia come ingredienti che, di conseguenza, come gusto, con questa ricetta presente soltanto in questa provincia.
L'approvigionamento, la lavorazione e la cottura seguono un procedimento particolarmente complesso. La materia prima è lo stoccafisso, pescato nei Mari del Nord , e particolarmente sulle Coste delle Isole Norvegesi, essiccato, poi rigorosamente selezionato prima di essere importato a Vicenza, dove viene sottoposto a varie lavorazioni. Poi il pesce viene messo a mollo in acqua fredda per 2-3 giorni, cucinato per ben 4 ore e mezzo a fuoco molto lento, insieme con un soffritto di sarde, olio, cipolle e farina, aggiungendo poi latte, grana, sale e pepe. Alla fine si ottiene una sorta di crema, dal sapore unico e delicato, e viene servito con l' immancabile polenta gialla, meglio se ottenuta dal mais di Marano Vicentino.
Molti sono i ristoranti della provincia di Vicenza che presentano tra i loro piatti forti questa specialità. Una zona ricca di ristoranti che propongono il baccalà alla vicentina è quella di Bassano del Grappa e dintorni, oltre a Sandrigo, comune tra Vicenza e Bassano, che viene considerata la capitale del baccalà.
Anche per merito dell'attività della Venerabile Confraternita, i cui membri si riuniscono con rito solenne ed indossando costumi tipici, si può dire che intorno a questa ricetta si è creato nei secoli un alone di leggenda dal sapore mistico e religioso.
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